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Guido Morselli, Dissipatio H.G. — A parte objecti l'eternità, mi accorgo, è poco ortodossa, si concilia bonariamente con la mobilità, la successione, il cambiamento, l'alba e il tramonto. Ed è scarsa di aspetti arcani, non risuona con parole di tuono, come s'immaginava Bach. Include le consuete file di auto in sosta, con le batterie appena un poco 'giù', i tubi al neon alternanti il loro giallo cromo al blu ossidrico, come di solito. Qualunque metafisico arriccerebbe il naso, troverebbe che è una eternità Kitsch…

 



 

Non si distingue più il giorno dalla notte. Il cielo è costantemente blu. Per un effetto di rifrazione dei raggi luminosi nell’atmosfera, la realtà appare in perenne controluce. Ogni elemento diventa silhouette. I simboli dismessi dell’energia del presente-passato appaiono in questo futuro-presente come segni astratti su un fondo così uniforme da sembrare finto.

E nonostante per essere qui sia stato necessario il disastro, quello che ora vedo non mi trasferisce un senso di inquietudine.

— Davide Tranchina, Strada Stellare

 

 














Davide Tranchina, Strada stellare #1, #3, #4, #14, #17, #12, #18, #11, 2016-2018, Galleria Studio G7, Bologna

 

 

 

 

Post dissipatio


 

Chiara Bettazzi – Diary 2012/2020

Lavinia Siardi – voce e pianoforte

Davide Tranchina – Strada stellare

Eugenio Tattoli – clarinetto

Luca Gioacchino Di Bernardo – Post dissipatio

Paola Dubini – da Morselli

Benni Bosetto – Il portico

Elisa Muliere – Non lo sopporto

Ilaria Bussoni – Loro. Profezie su un mondo che non c’è