Il Fondo Ugo Ojetti
L’immenso archivio di un protagonista della cultura del ‘900
Il Fondo Ugo Ojetti è tra i più consistenti tra quelli conservati nell’Archivio della Galleria Nazionale e indubbiamente uno di quelli maggiormente interpellati dagli studiosi, con circa il 70% di richieste di consultazione. Grande intellettuale del Novecento, scrittore e giornalista, pienamente immerso e impegnato nelle vicissitudini politiche e culturali del suo tempo, Ojetti (1871-1946) è stato un autore prolifico in moltissimi campi, specialmente in veste di collaboratore per numerose testate e, per molti anni, per il Corriere. Un vivo interesse per ogni forma d’arte è un tratto costante del suo percorso, che trova espressione nell’attività di critico d’arte, autore di memorabili interviste e saggi su artisti a lui contemporanei, collezionista, promotore e curatore di mostre in Italia e all’estero.
L’Archivio della Galleria conserva il suo immenso epistolario, che costituisce una vera miniera di informazioni per la ricerca e la ricostruzione della storia italiana dell’ultimo periodo dell’Ottocento e della prima metà del Novecento. Le innumerevoli figure con le quali Ojetti ha tenuto una corrispondenza personale o di cui ha raccolto materiali autografi appartengono ad ambienti così vari da aprire altrettanti filoni di indagine. Un patrimonio di lettere autografe e dattiloscritte, telegrammi, appunti, cartoline, ritagli, biglietti e fotografie restituiscono la vita culturale italiana grazie alle relazioni intrattenute per oltre cinquant’anni dallo stesso Ojetti con figure che spaziano dal mondo dell’arte a quello del teatro, dalla politica alla letteratura, dall’architettura alla musica.
In particolare, il fondo è una miniera di notizie per ricostruire la storia del giornalismo italiano, con documenti su Alberto Albertini, allora direttore del Corriere, sui rapporti con Matilde Serao e Il Mattino, sulla storia delle riviste Pegaso Rassegna di Lettere e Arti, Dedalo Rassegna d’arte e la rivista letteraria Pan, fondate e dirette dallo stesso Ojetti.
Restringendo il campo alla storia dell’arte, il fondo è imprescindibile per i documenti che testimoniano scambi di idee, dibattiti, polemiche, prospettive e percorsi che hanno accompagnato la formazione di canoni estetici e orientato verso scelte teoriche che sono alla base dell’arte italiana come la conosciamo oggi. Si attinge, inoltre, a un insieme di informazioni di carattere biografico sui vari personaggi e sulla vita culturale del tempo.
Soltanto la parte del fondo che racchiude gli scambi epistolari con l'entourage di artisti, critici e collezionisti, in un numero di ben 1987 corrispondenti, dà forma a un patrimonio di oltre 20.000 documenti. Le relazioni tra Ojetti e gli artisti in particolare restituiscono molto spesso informazioni su opere che sono entrate poi a far parte della collezione permanente della Galleria Nazionale, testimonianze dirette della nascita di una raccolta museale prestigiosa. Il nome di Ojetti è infatti strettamente legato alla storia del museo sin dall’inizio, da quando ha ricoperto il ruolo di Presidente della commissione preposta alle acquisizioni di opere d’arte per la nascente collezione permanente. All'epistolario si aggiungono, inoltre, numerosi scritti autografi e documenti personali di artisti raccolti da Ojetti per un archivio personale, una grande ed eccezionale documentazione all'origine dei suoi saggi critici.
Un primo nucleo di questo materiale interessa figure della cultura neoclassica italiana tra fine Settecento e primo Ottocento, come Appiani, Bartolini, Bezzuoli, Bossi, Camuccini, Hayez, mentre più corposo e documentato è il nucleo relativo agli artisti del Secondo Ottocento, dove sono presenti, tra i tanti, nomi come Ciardi, Cremona, Dalleani, De Nittis, Mancini; il gruppo dei divisionisti come Segantini, Pellizza, Previati, Morbelli, Grubicy, Severini; i macchiaioli quali Abbiati, Cabianca, Cecioni, Fattori, Signorini. Dietro ai tanti nomi, memorie autobiografiche preziosissime, con importantissimi agganci alla storia dell'epoca, raccolti con scrupolo da Ojetti.
Lo scrittore diventa protagonista dei carteggi durante il periodo tra fine Ottocento (scambi con Bistolfi, Ferrari, Trentacoste, Sartorio) e prima metà del Novecento, attraverso un epistolario dove emergono rapporti con Broglio, Bucci, Carena, Cadorin, Cambellotti, Campigli, Casorati, Dottori, Dudreville, Gemito, Martini, Savinio, Sironi, Trombadori, sempre per citarne solo alcuni.
La storia dell'architettura fra le due guerre è ben rappresentata in questo vastissimo patrimonio documentario, attraverso la presenza di scambi con Basile, Beltrami, Bazzani, Coppedè, M. Piacentini, Michelucci, Gio Ponti.
Rari e interessanti sono alcuni vezzi che hanno caratterizzato le carte dell’epoca, come la scrittura incrociata, che incontriamo nella corrispondenza con le mogli di artisti (e nel diario segreto della moglie di De Nittis), o ancora gli ex libris, forme uniche e personalizzate per inviare con eleganza un augurio o richiedere una risposta.
Le partecipazioni di Ojetti ad esposizioni e rassegne d'arte sia in Italia che all'estero sono state occasioni di contatto con artisti internazionali e storici dell'arte, che si aggiungono a critici e scrittori d'arte, collezionisti e intellettuali italiani. Questo per parlare del solo ambito artistico, ma il fondo rimane un bene estremamente importante per lo studio e la ricerca sulla cultura nel suo spettro più ampio, raro per il suo essere così ricco, eterogeneo, eppure composto ad opera di un unico, coltissimo, personaggio.
L’immenso archivio di un protagonista della cultura del ‘900
Il Fondo Ugo Ojetti è tra i più consistenti tra quelli conservati nell’Archivio della Galleria Nazionale e indubbiamente uno di quelli maggiormente interpellati dagli studiosi, con circa il 70% di richieste di consultazione. Grande intellettuale del Novecento, scrittore e giornalista, pienamente immerso e impegnato nelle vicissitudini politiche e culturali del suo tempo, Ojetti (1871-1946) è stato un autore prolifico in moltissimi campi, specialmente in veste di collaboratore per numerose testate e, per molti anni, per il Corriere. Un vivo interesse per ogni forma d’arte è un tratto costante del suo percorso, che trova espressione nell’attività di critico d’arte, autore di memorabili interviste e saggi su artisti a lui contemporanei, collezionista, promotore e curatore di mostre in Italia e all’estero.
Ugo Ojetti con Matilde Serao e, a destra, Domenico Trentacoste
L’Archivio della Galleria conserva il suo immenso epistolario, che costituisce una vera miniera di informazioni per la ricerca e la ricostruzione della storia italiana dell’ultimo periodo dell’Ottocento e della prima metà del Novecento. Le innumerevoli figure con le quali Ojetti ha tenuto una corrispondenza personale o di cui ha raccolto materiali autografi appartengono ad ambienti così vari da aprire altrettanti filoni di indagine. Un patrimonio di lettere autografe e dattiloscritte, telegrammi, appunti, cartoline, ritagli, biglietti e fotografie restituiscono la vita culturale italiana grazie alle relazioni intrattenute per oltre cinquant’anni dallo stesso Ojetti con figure che spaziano dal mondo dell’arte a quello del teatro, dalla politica alla letteratura, dall’architettura alla musica.
In particolare, il fondo è una miniera di notizie per ricostruire la storia del giornalismo italiano, con documenti su Alberto Albertini, allora direttore del Corriere, sui rapporti con Matilde Serao e Il Mattino, sulla storia delle riviste Pegaso Rassegna di Lettere e Arti, Dedalo Rassegna d’arte e la rivista letteraria Pan, fondate e dirette dallo stesso Ojetti.
Restringendo il campo alla storia dell’arte, il fondo è imprescindibile per i documenti che testimoniano scambi di idee, dibattiti, polemiche, prospettive e percorsi che hanno accompagnato la formazione di canoni estetici e orientato verso scelte teoriche che sono alla base dell’arte italiana come la conosciamo oggi. Si attinge, inoltre, a un insieme di informazioni di carattere biografico sui vari personaggi e sulla vita culturale del tempo.
Soltanto la parte del fondo che racchiude gli scambi epistolari con l'entourage di artisti, critici e collezionisti, in un numero di ben 1987 corrispondenti, dà forma a un patrimonio di oltre 20.000 documenti. Le relazioni tra Ojetti e gli artisti in particolare restituiscono molto spesso informazioni su opere che sono entrate poi a far parte della collezione permanente della Galleria Nazionale, testimonianze dirette della nascita di una raccolta museale prestigiosa. Il nome di Ojetti è infatti strettamente legato alla storia del museo sin dall’inizio, da quando ha ricoperto il ruolo di Presidente della commissione preposta alle acquisizioni di opere d’arte per la nascente collezione permanente. All'epistolario si aggiungono, inoltre, numerosi scritti autografi e documenti personali di artisti raccolti da Ojetti per un archivio personale, una grande ed eccezionale documentazione all'origine dei suoi saggi critici.
Un primo nucleo di questo materiale interessa figure della cultura neoclassica italiana tra fine Settecento e primo Ottocento, come Appiani, Bartolini, Bezzuoli, Bossi, Camuccini, Hayez, mentre più corposo e documentato è il nucleo relativo agli artisti del Secondo Ottocento, dove sono presenti, tra i tanti, nomi come Ciardi, Cremona, Dalleani, De Nittis, Mancini; il gruppo dei divisionisti come Segantini, Pellizza, Previati, Morbelli, Grubicy, Severini; i macchiaioli quali Abbiati, Cabianca, Cecioni, Fattori, Signorini. Dietro ai tanti nomi, memorie autobiografiche preziosissime, con importantissimi agganci alla storia dell'epoca, raccolti con scrupolo da Ojetti.
Lo scrittore diventa protagonista dei carteggi durante il periodo tra fine Ottocento (scambi con Bistolfi, Ferrari, Trentacoste, Sartorio) e prima metà del Novecento, attraverso un epistolario dove emergono rapporti con Broglio, Bucci, Carena, Cadorin, Cambellotti, Campigli, Casorati, Dottori, Dudreville, Gemito, Martini, Savinio, Sironi, Trombadori, sempre per citarne solo alcuni.
La storia dell'architettura fra le due guerre è ben rappresentata in questo vastissimo patrimonio documentario, attraverso la presenza di scambi con Basile, Beltrami, Bazzani, Coppedè, M. Piacentini, Michelucci, Gio Ponti.
Rari e interessanti sono alcuni vezzi che hanno caratterizzato le carte dell’epoca, come la scrittura incrociata, che incontriamo nella corrispondenza con le mogli di artisti (e nel diario segreto della moglie di De Nittis), o ancora gli ex libris, forme uniche e personalizzate per inviare con eleganza un augurio o richiedere una risposta.
Biglietto di Leontine De Nittis, con scrittura incrociata
Le partecipazioni di Ojetti ad esposizioni e rassegne d'arte sia in Italia che all'estero sono state occasioni di contatto con artisti internazionali e storici dell'arte, che si aggiungono a critici e scrittori d'arte, collezionisti e intellettuali italiani. Questo per parlare del solo ambito artistico, ma il fondo rimane un bene estremamente importante per lo studio e la ricerca sulla cultura nel suo spettro più ampio, raro per il suo essere così ricco, eterogeneo, eppure composto ad opera di un unico, coltissimo, personaggio.