Le opere e gli archivi. Mara Coccia e Daniela Ferraria
18.06 — 20.09.2020
Le opere e gli archivi. Mara Coccia e Daniela Ferraria
18.06 — 20.09.2020
La Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea celebra due protagoniste della scena artistica romana, due donne legate alla vita della storica galleria Arco d'Alibert.
Negli spazi della Sala Aldrovandi, Francesca Gallo e Ilaria Bernardi curano due mostre distinte ma complementari, dedicate alle galleriste romane Mara Coccia e Daniela Ferraria.
I loro archivi fanno oggi parte dei Fondi storici della Galleria Nazionale, e proprio da questo patrimonio hanno origine le due mostre: documenti, fotografie e opere degli artisti legati alle attività delle due galleriste, ricostruiscono le loro storie e ci permettono di approfondire aspetti dell’arte a Roma dagli anni Sessanta fino a tempi più recenti.
Le opere e gli archivi. Mara Coccia
a cura di Francesca Gallo
Per rendere omaggio al lascito dell’Archivio e della Biblioteca di Mara Coccia alla Galleria Nazionale, il prossimo 18 giugno si inaugura la prima mostra dedicata alla gallerista (Roma, 1925-2014) di cui si ricostruisce la storia professionale, lunga quattro decenni, ambientata nell’area del Tridente e scandita da oltre duecento esposizioni in sei sedi. Tra intuizioni, incontri fortunati, vicende personali e lunghi sodalizi, il disegno e il piccolo formato sono le scelte strategiche che, accanto alla pittura, sostengono i progetti più sperimentali: il libro d’artista e la scultura.
La rassegna romana si basa sui materiali dell’archivio, è arricchita da alcuni prestiti mirati da collezioni pubbliche e private, e valorizza le numerose connessioni con la principale istituzione museale italiana dedicata al contemporaneo.
Il percorso espositivo prende avvio con una sezione dedicata alla figura di Mara Coccia attraverso foto personali e ritratti di gruppo in occasioni pubbliche, per focalizzarsi poi sulla celebre attività dello Studio d’arte Arco d’Alibert (1963-1970) tra cui spiccano alcune significative operazioni editoriali ed espositive con Franco Angeli, Alexander Calder, Eugenio Carmi, Jannis Kounellis, Osvaldo Licini, Carlo Lorenzetti, Enzo Mari, Aldo Mondino, Carmengloria Morales, Gastone Novelli, Claudio Verna, nonché la celebre mostra Il Percorso con gli artisti dell’Arte Povera
Il biennio di collaborazione con Daniela Ferraria (1975-1977), che in seguito porta avanti l’attività dell’Arco d’Alibert, è segnato dalle sperimentazioni – documentate nel corridoio di collegamento fra le due ali del soppalco – di Alvin Curran e Paul Klerr.
Dal 1982, quando Mara Coccia torna a Roma, e fino alla chiusura nel 2012, la galleria si identifica con il nome della sua animatrice. Nelle attività dell’Associazione Mara Coccia, di cui una selezione è raccolta nella seconda sala, il visitatore può riconoscere la fiducia accordatale da Piero Dorazio e da Achille Perilli, le scelte controcorrente degli anni Ottanta, in particolare grazie all’amicizia con Fabio Mauri – ribadita dalla sorprendente personale Entartete Kunst nel 1985 – che introduce in galleria i giovani Mauro Folci, Licia Galizia e Roberto Pietrosanti, mentre si vanno consolidando il rapporto con Nicola Carrino, con Giuseppe Uncini e soprattutto con Mauro Staccioli, culminato nella mediazione per l’acquisizione da parte della Galleria Nazionale di Roma 2011, monumentale segno a scala urbana all’ingresso del museo.
La mostra è anche l’occasione per ricordare e apprezzare l’eccezionale lavoro di alcuni fotografi attivi sulla scena artistica romana, come Claudio Abate, Elisabetta Catalano, Mario Cresci, Simon d’Exéa, Agnese De Donato, Giuseppe Schiavinotto, Sandro Vannini, attraverso i cui scatti sono documentati quarant’anni di attività.
Le opere e gli archivi. Daniela Ferraria
a cura di Ilaria Bernardi
Allo scopo di rendere nota la donazione alla Galleria Nazionale del prezioso archivio di Daniela Ferraria, legata alla galleria romana Arco d’Alibert dal 1975 al 2006, la mostra rende omaggio all’intenso lavoro per l’arte svolto dalla gallerista nel corso della sua attività.
Nel settembre 1968, Daniela Ferraria divenne collaboratrice di Mara Coccia che, quattro anni prima, aveva fondato l’Arco d’Alibert. Rimase sua assistente fino alla chiusura della galleria nel 1970. Nel 1975, in società con lei, riaprì quell’attività, per poi diventarne unica titolare a partire dal 1977. La galleria rimase attiva in via Alibert fino al 1989; in seguito fu trasferita in via Brunetti, dal 1990 al 1994, e in via Capodiferro dal 2004 al 2006.
La mostra alla Galleria Nazionale ripercorre l’attività svolta da Daniela Ferraria come gallerista autonoma, dal 1975 al 2006.
Al fine di sottolineare quanto questa esperienza resti ancora oggi viva nella vita di una gallerista che ha fatto del suo mestiere la vita stessa, nella prima sala del percorso espositivo viene presentata una parte delle opere legate alla sua attività: da un lato una selezione dei documenti d’archivio che sono ora conservati presso la Galleria Nazionale, tra cui inviti, lettere, cataloghi, fotografie; dall’altro “oggetti d’affezione” che sollecitano un percorso di memorie. Si tratta di opere che sono state esposte all’Arco d’Alibert e che provengono dalla collezione della stessa gallerista. Sono stati selezionati tutti lavori di medie e piccole dimensioni per evocare la dimensione intima e quotidiana che l’arte ha assunto nella sua vita.
La seconda sala propone invece un reenactment di una delle prime mostre organizzate da Daniela Ferraria come gallerista autonoma e dedicata a uno degli artisti con cui maggiormente ha intessuto un rapporto di collaborazione: la mostra personale di Paolo Cotani tenuta all’Arco d’Alibert nel 1979, costituita da due grandi archi, di tre metri di diametro, l’uno nero e l’altro dorato, concepiti appositamente per quello spazio e posti su due pareti in modo speculare rispetto all’angolo che le congiunge. Ad essi si aggiungono Il peso dell’occhio e Piramide nera, altre due opere facenti parte della medesima mostra.
Conclude il percorso espositivo un nucleo di disegni di Pino Pascali per la pubblicità che Daniela Ferraria propose prima all’Arco d’Alibert nel 1991, e poi alla Biennale di Venezia nel 1993, come esempio dei molteplici eventi e collaborazioni dal lei promossi anche al di fuori del suo spazio espositivo romano.
Opere di: Franco Angeli, Carla Accardi, Giuseppe Chiari, Pietro Consagra, Paolo Cotani, Lucio Fontana, Ralph Gibson, Giorgio Griffa, Jannis Kounellis, Leoncillo, Francesco Lo Savio, Carlo Lorenzetti, Luigi Mainolfi, Eliseo Mattiacci, Elisa Montessori, Carmengloria Morales, Eadweard Muybrige, Hidetoshi Nagasawa, Gastone Novelli, Nam June Paik, Pino Pascali, Anne e Patrick Poirier, Mimmo Rotella, Antonio Sanfilippo, Mario Schifano, Giuseppe Uncini, Giulio Turcato.