Uno dei più celebri pay-off nel mondo della comunicazione dell’ultimo decennio ha firmato il proprio memorabile successo con la forza della sua semplicità e la determinazione della sua dichiarazione. Cosa diceva di tanto originale? Nulla. In realtà nominava semplicemente l’oggetto al quale si riferiva: “Das Auto” (L’Automobile). Non un’automobile qualsiasi, ma quella e soltanto quell’automobile. Una particella fa la differenza.
Perché chiamare per nome le cose è un atto di rispetto. “La Galleria”. La determinazione grammaticale si riferisce a una e soltanto una Galleria, con un’affermazione che ne identifica chiaramente la costituzione. L’istituzione museale viene nominata, dichiarando con decisione la sua specificità. La semplicità di un’affermazione attribuisce raffinata forza all’oggetto nominato e ne esalta la soggettività. “La Galleria” come soggetto agente, attivo, riconoscibile, tanto da diventare punto di riferimento nel panorama artistico-culturale internazionale.
Nelle sue Passeggiate romane, mentre raccontava le sue giornate alla scoperta della magnificenza di una città meravigliosamente unica, Stendhal diceva “Non date retta ai nomi che non sono provati da iscrizioni antiche.” L’identità di un’istituzione è imprescindibilmente legata alla sua storia e al luogo dove si situa. E “La Galleria” è “Nazionale”. È La Galleria di Roma, rappresenta la propria funzione museale-culturale nel cuore della capitale, simbolo del nostro Paese. “La Galleria” è quindi “La Galleria Nazionale”. Sintesi minima e massima di parole e identità.
La duplicità dei caratteri che compongono il nome dà forma alla dualità del suo significato. La scelta di un bastone essenziale ma strutturato per “La Galleria” e di un type graziato, appositamente creato per caratterizzarne la riconoscibilità, per “Nazionale”, rappresenta graficamente la sintesi nominale, comunicando l’identità della nuova immagine museale e delle opere che conserva, con un sottile riferimento stilistico alla duplicità delle note collezioni d’arte moderna e contemporanea.
La duplicità del concetto nominale si riflette anche negli elementi grafici che ne disegnano il logo. I due frontoni e la doppia pianta della struttura architettonica vengono rappresentati dalla linearità della forma geometrica rettangolare, ripetuta due volte, che contiene i due elementi componenti il nome, così come i due edifici contengono in due strutture comunicanti le opere museali conservate. Ancora una sintesi unisce contenuto e forma, creando un’unità grafica e nominale di senso compiuto.
Perché chiamare per nome le cose è un atto di rispetto. “La Galleria”. La determinazione grammaticale si riferisce a una e soltanto una Galleria, con un’affermazione che ne identifica chiaramente la costituzione. L’istituzione museale viene nominata, dichiarando con decisione la sua specificità. La semplicità di un’affermazione attribuisce raffinata forza all’oggetto nominato e ne esalta la soggettività. “La Galleria” come soggetto agente, attivo, riconoscibile, tanto da diventare punto di riferimento nel panorama artistico-culturale internazionale.
Nelle sue Passeggiate romane, mentre raccontava le sue giornate alla scoperta della magnificenza di una città meravigliosamente unica, Stendhal diceva “Non date retta ai nomi che non sono provati da iscrizioni antiche.” L’identità di un’istituzione è imprescindibilmente legata alla sua storia e al luogo dove si situa. E “La Galleria” è “Nazionale”. È La Galleria di Roma, rappresenta la propria funzione museale-culturale nel cuore della capitale, simbolo del nostro Paese. “La Galleria” è quindi “La Galleria Nazionale”. Sintesi minima e massima di parole e identità.
La duplicità dei caratteri che compongono il nome dà forma alla dualità del suo significato. La scelta di un bastone essenziale ma strutturato per “La Galleria” e di un type graziato, appositamente creato per caratterizzarne la riconoscibilità, per “Nazionale”, rappresenta graficamente la sintesi nominale, comunicando l’identità della nuova immagine museale e delle opere che conserva, con un sottile riferimento stilistico alla duplicità delle note collezioni d’arte moderna e contemporanea.
La duplicità del concetto nominale si riflette anche negli elementi grafici che ne disegnano il logo. I due frontoni e la doppia pianta della struttura architettonica vengono rappresentati dalla linearità della forma geometrica rettangolare, ripetuta due volte, che contiene i due elementi componenti il nome, così come i due edifici contengono in due strutture comunicanti le opere museali conservate. Ancora una sintesi unisce contenuto e forma, creando un’unità grafica e nominale di senso compiuto.