Ore 13:30. Messaggio WhatsApp. È una foto di Emanuele Becheri, che da qualche ora cammina per le strade di Roma, inarrestabile, con una reflex sulle spalle. L’artista, classe 1973, è in residenza 10 giorni nella capitale per la Galleria Nazionale. Gli abbiamo chiesto di restituirci una mappatura della sua presenza in direct, senza filtri. Una serie di snapshots veloci ma fortemente evocativi, eloquenti, completamente alieni al disincanto visivo o alla saturazione delle immagini postmoderne.
Emanuele Becheri ha deciso di tradurci gli istanti in cui la realtà intorno a lui si manifesta nelle sue forme più significative e ci racconta uno stato d’animo, una situazione spaziale, un’impressione sonora senza la necessità di una cornice discorsiva. Le sue fotografie sono autosufficienti: l’immagine viene pensata quasi come il fossile di un’esperienza precisa, in grado di rendersi manifesta autonomamente nei confronti di chi la guarda.
La ricerca dell’artista, che negli ultimi tempi si rivolge con maggior attenzione alla modellazione plastica della terracotta, alla scultura, non poteva mostrarsi indifferente a chi del marmo, materiale per eccellenza di questa forma artistica, ne aveva fatto uso sapiente quasi fosse cera. Il trionfo delle forme, l’alternanza di pieni e vuoti ma soprattutto i giochi di luce e ombre: Gian Lorenzo Bernini.
Gian Lorenzo Bernini Ratto di Proserpina 1621-1622
Galleria Borghese 04-11-2019
Gian Lorenzo Bernini Cappella Cornaro 1647-1651
Santa Maria della Vittoria 06-11-2019
Gian Lorenzo Bernini Cappella Cornaro 1647-1651
Santa Maria della Vittoria 07-11-2019
Gian Lorenzo Bernini Beata Ludovica Albertoni 1673-1674